domenica 26 ottobre 2014

Musica Contemporanea

Partitura di "e pluribus unum"
di Stephen Montague, 1976
I compositori, soprattutto a partire dagli anni ’50 del secolo scorso (secolo XX), sono costantemente alla ricerca di nuovi mezzi espressivi e respingono le regole tradizionali su cui si è basata la musica per molti secoli.

Gli strumenti tradizionali vengono usati nei modi più inconsueti e il rumore assume pari dignità del suono. Si utilizzano quindi, nella realizzazione delle composizioni musicali, oggetti di uso quotidiano ma anche le più sofisticate apparecchiature elettroniche; sono il timbro e il ritmo ad assumere un ruolo di primo piano.

Importanti compositori che hanno sperimentato queste tecniche compositive sono:
- John Cage 1912 - 1992
- Luciano Berio 1923 - 2003
- Karlheinz Stockhausen 1928 - 2007
- György Ligeti 1923 - 2006
- Cathy Berberian1925 - 1983.








Musica Popolare

Musica Popolare, musica Etnica, musica del mondo?
Possiamo usare questi tre termini come sinonimi ma a mio avviso è preferibile usare il termine Musica del Mondo (World Music) in base alle seguenti considerazioni.

Innanzitutto bisogna cercare di definire che tipo di musica possiamo far confluire sotto queste etichette usate spesso come sinonimo l’una all’altra:
- La musica del passato legata alla società contadina, legata alla quotidianità e contemporaneamente alla straordinarietà della vita dell’uomo, con tutti gli eventi che lo accompagnano dalla nascita alla morte?
- La musica che ancora oggi sopravvive al mondo dei CD e tramanda la cultura delle origini?
- La musica che pur servendosi dei CD risulta diversa da tutte le altre perché ha un’anima collettiva?
Probabilmente non c’è un’unica risposta e la scelta del termine Musica del Mondo sembra rivelarsi quella più adatta perché lascia margini di definizione ancora più liberi.

Ma qual è allora questa Musica del Mondo?
- E’ la musica che non appartiene all’individuo ma ad una cultura o addirittura a più culture che si sono mescolate e ora convivono mostrando a volte le mille facce di cui sono fatte.
In questa musica il ruolo della collettività è quello principale e la partecipazione coinvolge tutti, grandi e piccoli.
- E’ la musica che non si preoccupa di vendere, è una musica plasmata sull’uomo, che attraverso il suono vive e racconta la propria vita senza pensare unicamente alle leggi del mercato.

La Musica Popolare ha sempre costituito per i musicisti un serbatoio da cui attingere. Anche i più grandi compositori spesso si sono serviti di temi popolari per sviluppare concerti, sinfonie, sonate, probabilmente perchè la Musica Popolare è una musica che va direttamente al cuore.






Musica Sacra

In questa pagina cercherò di dare un'idea della Musica che viene definita "Sacra", non attraverso una spiegazione, ma tramite la testimonianza diretta di alcuni ragazzi che hanno riportato le loro idee dopo aver fatto un percorso musicale.

Abbiamo lavorato su alcuni brani musicali molto diversi tra di loro, provenienti da luoghi e periodi lontani, e tutti, pur nella loro diversità, avevano qualcosa di uguale: erano sacri.
Ci siamo chiesti... cosa significa sacro?... quanti modi di esprimere il sacro ci sono?...

Il dizionario suggerisce Appartenente alla religione ma molto spesso nel nostro linguaggio quotidiano usiamo questo termine per definire cose più disparate; forse non è così semplice trovare una risposta, perché ogni cosa, ogni azione, ogni gesto, ogni soffio di vita è sacro.

In tutte le religioni l’uomo “parla con Dio” attraverso la musica... ecco alcune opinioni:

Federico: "Prima pensavo che per musica sacra si intendesse quella musica che si fa in chiesa, adesso, approfondito quest'argomento in classe, ho capito che brani come When the Saints che all'inizio mi sembrava musica da circo può essere sacra.
Secondo me, lo scopo di questa musica è avvicinare l'uomo a Dio in un modo più allegro.
In fine posso dire che qualsiasi musica si può definire sacra purchè abbia un messaggio rivolto a Dio."

Samanta: "La mia idea di musica sacra, dopo aver fatto questo lavoro, è molto cambiata. Tra i brani che abbiamo ascoltato quelli che mi danno maggiormente l’idea di musica sacra sono Puer Natus e Dies Irae, perché sono quelli che si avvicinano di più alla musica della nostra religione.
Il brano che mi ha incuriosito di più è stato When the saints perché non pensavo che una musica così allegra e vivace potesse essere considerata sacra.
In questo lavoro ho scoperto che non servono molte parole per pregare Dio ne bastano poche ma che siano significative. Poi ho scoperto che si può pregare Dio anche danzando. Non avrei mai pensato che si potesse pregare Dio in modi così diversi.
In conclusione possiamo dire che tutta la musica in qualche modo è sacra."

Maurizio: "Questo tipo di musica non mi è mai interessata perché pensavo che fosse lenta e senza ritmo, invece con questo lavoro ho capito che mi sbagliavo e che anche questa musica può avere un ritmo come When the saints.
Sinceramente non avrei mai pensato che si potesse pregare Dio con musica di questo genere. Mi piacerebbe molto che quando si va in chiesa ci fossero musiche come Nada te turbe o Hari om, di certo andrei in chiesa ogni domenica!!!
Per me è stato in lavoro molto interessante e per tutto ciò ringrazio il nostro professore."

Federico: "Dopo l’esperienza fatta sulla musica sacra le mie idee sono molto cambiate. Una volta credevo che con il termine musica sacra si intendesse solo quella musica che veniva cantata in chiesa, adesso la mia idea si è molto ampliata.
Pur essendo tutta sacra, la musica è così diversa, perché si cambia il modo di pregare da religione a religione. Soprattutto mi ha colpito che si poteva pregare in così tanti modi, ballando, cantando, non solo con la preghiera. Lo scopo della musica sacra è quello di pregare Dio, facendo festa.
In conclusione, in questo lavoro, ho scoperto molte cose, che prima non sapevo e immaginavo, ma che ora ho imparato, e si è allargato il mio punto di vista."

Jessica: "L’esperienza sulla musica sacra è stata molto interessante perché non pensavo che ce ne fossero di così tanti tipi.
La musica che mi ha incuriosito di più è appunto Oh when the saints perché pensavo fosse musica da circo e non sapevo che dopo i funerali si facesse festa in onore del defunto.
Il brano che mi ha dato maggiormente l’idea di musica sacra e che mi è piaciuto di più è stato Hari Om che abbiamo cantato facendo ripetizioni, in diversi modi.
In questo lavoro ho scoperto che la musica sacra non ha confini, cioè che ognuno può ritener sacra una determinata musica o canzone e quindi possiamo dire che tutta la musica è sacra. Secondo me lo scopo della musica sacra è quello di pregare, non avrei mai pensato che si potesse pregare Dio in così tanti modi, anche attraverso la danza."



Musica Leggera

La Musica leggera si sviluppa con l’affermarsi della società industriale e sostituisce gradualmente nel mondo occidentale la Musica popolare, espressione della società contadina.
E' proprio a partire dai primi anni del 1900 che la Musica Leggera inizia a diffondersi e rivestono un ruolo fondamentale i mezzi di comunicazione sonora, la radio in primo luogo, che abbattono i confini geografici cambiando il modo di ascoltare musica e creando un giro d’affari di proporzioni enormi.

La Musica leggera italiana conserva la caratteristica melodica perché attinge dalla tradizione popolare e dalla musica lirica, l’altro grande filone è invece basato sul ritmo, proviene dagli U.S.A. e risente notevolmente dell’influsso della musica Jazz.

Con il termine Musica leggera, nella nostra accezione, si intende un grande contenitore nel quale possiamo far confluire Pop, Rock, Techno, Afro, Rap, Reggae, ecc.

In base allo scopo possiamo distinguere due tipi di Musica leggera:
- quella commerciale (il cui scopo principale è quello di vendere il prodotto)
- quella impegnata, di solito interpretata dai cantautori (il cui scopo è soprattutto quello di trasmettere un messaggio).

In genere la struttura delle canzoni è costitutita dal ripetersi di due frasi (AB AB oppure ABAA) e il ritornello è sempre la parte più importante.

I brani di Musica Leggera sono caratterizzati da un giro di accordi, quello più celebre è il giro di Do (do+, la-, re-, sol+), utilizzato per molte canzoni.

A partire dal 1951 in Italia viene istituito un festival specifico per la Musica Leggera Italiana denominato "Festival della Canzone Italiana di Sanremo"
- Wikipedia - Festival della Canzone Italiana di Sanremo

Ecco un breve elenco di alcuni cantanti e gruppi italiani e stranieri:
Anni '50
Italiani: Domenico Modugno, Mina, Fred Buscaglione,
Stranieri: Elvis Presley, Frank Sinatra, Bill Haley, Paul Anka

Anni '60 
Italiani: Albano, Gianni Morandi, Celentano, Gino Paoli, De Andrè, Francesco Guccini, Patty Pravo, Raffaella Carrà, Camaleonti, Corvi, Dik Dik, Equipe 84, New Trolls, Nomadi, Pooh
Stranieri: Beatles, Rolling Stones,

Anni '70
Italiani: Angelo Branduardi, Anna Oxa, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Loredana Bertè, Riccardo Cocciante, Vasco Rossi, Zucchero
Stranieri: Led Zeppelin, Pink Floyd,

Anni '80 / '90
Italiani: Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Luciano Ligabue, Litfiba, Elio e le Storie Tese,
Stranieri: Queen, Michael Jackson, Bruce Springsteen, Duran Duran, Sting, Spandau Ballet, Madonna

Anni 2000
Italiani: Arisa, Carmen Consoli, Tiziano Ferro
Stranieri: U2, Lady Gaga, Shakira





Musica Classica

Cosa si intende per "classico"?
- Per gli esperti classico è quel periodo e quello stile che segue il rococò (ultima parte del periodo barocco) e precede il romanticismo.
Ma è solo questo il significato di classico?
- Nel linguaggio più comune, classico è il genere di musica opposto a quello leggero.
- Dire Musica classica ha anche il significato di qualcosa che è passato alla storia, che non passa di moda, che è universalmente riconosciuto.
In questa varietà di definizioni vengono fatte delle suddivisioni e precisazioni a seconda del periodo.
La Musica però non sempre ricalca le terminologie usate per la letteratura, la poesia e l'arte figurativa.
Ecco una possibile e semplice articolazione, le date sono molto indicative:


Musica Antica (1300-1600)
Nella M. Antica possiamo far confluire la M. del tardo medioevo fino al Rinascimento. Dobbiamo tenere presente che la M. ha avuto una sua scrittura in epoca relativamente recente.

Fu infatti il monaco benedettino Guido d’Arezzo (992-1050) ad introdurre un sistema di notazione musicale che introduceva il moderno rigo musicale (tetragramma) che subì una evoluzione fino a tutto il 1500 e oltre. La notazione musicale è legata a quello che oggi noi possiamo conoscere della musica del passato, vedere strumenti antichi affrescati su qualche parete ci dice molto poco su cosa e come si suonava e cantava in quegli anni.

Oltre al repertorio Gregoriano, tramandato dai monaci, i primi documenti musicali risalgono al XIII secolo.
Alcuni musicisti che vogliamo ricordare sono:
- Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina, 1525 – Roma, 1594, prestò servizio presso la corte papale);
- Luca Marenzio (Brescia, 1553 – Roma, 1599, prestò servizio anche presso la corte dei Medici a Firenze);
- Claudio Monteverdi, (Cremona, 1567 – Venezia, 1643, prestò servizio prima a Mantova presso la corte dei Gonzaga poi a Venezia).

E’ il Madrigale (canto a più voci su testi sacri e profani) la forma musicale più diffusa.

La tecnica compositiva passa gradualmente da modale a tonale.


Musica Barocca (1600-1750)
E’ il periodo delle monarchie assolute e l’Italia è ridotta a terra di conquista soprattutto ad opera di Francesi e Spagnoli.
La Musica Barocca varia a seconda dei paesi e delle corti e non esiste quindi un unico stile. Si afferma l’uso della musica strumentale dovuta in parte anche al perfezionamento delle tecniche di costruzione degli strumenti musicali, ricordiamo a tal proposito Antonio Stradivari, liutaio in Cremona, definito il più grande costruttore di violini di ogni tempo.

Le forme musicali che maggiormente esprimono l’arte musicale di questo periodo sono il Concerto (composizione per uno o più strumenti principali denominati solisti e un’orchestra), il Melodramma (spettacolo in cui l’azione teatrale si realizza attraverso la musica e il canto) e la Suite (composizione costitutita da una serie di danze).

Importanti compositori furono:
- Johann Sebastian Bach (Eisenach, Germania, 1685 - 1750);
- Antonio Vivaldi (Venezia, 1678 – Vienna, 1741);
- George Friedrich Händel (Halle, Germania, 1685 – Londra, 1759).
La tecnica compositiva utilizzata è quella tonale.


Musica Neoclassica (1750-1800)
In questo periodo inizia il declino delle monarchie assolute e un contributo decisivo proviene anche dalla rivoluzione francese (1789).
L’arte Neoclassica si rifà a un’ideale di bellezza che affonda le proprie radici nell’arte della Grecia antica.
Un riferimento all’arte classica (cioè quella dell’antica Grecia), a differenza delle altre discipline, nell’ambito musicale è una cosa impossibile poiché non si conosceva e tuttora non si conosce quasi niente di quella musica.
Ciononostante la Musica Neoclassica sviluppa un suo stile che trova tra i massimi esponenti:
- Franz Joseph Haydn (Rohau, Vienna, 1732 – Vienna, 1809);
- Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, Austria, 1756 – Vienna, 1791);
- Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 – Vienna, 1827).
Le forme musicali che si affermano sono la Sonata (composizione per pochi strumenti) e la Sinfonia (composizione per orchestra).
La tecnica compositiva utilizzata è quella tonale.


Musica Romantica (1800-1900)
E’ il secolo della Borghesia che avvia il processo di industrializzazione che cambierà il modo di vivere di molte persone ma anche il secolo dei fermenti nazionalistici.
Gli artisti (è proprio nel periodo romantico che nasce la figura dell'artista) non sono alle dipendenze di un nobile ma diventano liberi professionisti che secondo i principi romantici possono finalmente esprimere la spontaneità della creazione individuale e la superiorità della libera fantasia, del sentimento e dell’istinto sulla ragione.

E’ il pianoforte (nato da poco), lo strumento dei salotti sostituiti alle corti, che interpreta meglio di ogni altro queste nuove idee e molti compositori lo utilizzano per le loro composizioni.
Naturalmente l’orchestra ricopre un ruolo fondamentale nell’espressione musicale e il numero di strumenti utilizzati aumenta in maniera considerevole come anche la durata delle composizioni.

Altri aspetti importanti sono il comparire sulla scena di nuovi musicisti provenienti da paesi prima estranei alla Musica Classica e l’utilizzo di temi derivati dal repertorio popolare.

La Musica Classica italiana si dedica quasi esclusivamente al Melodramma ma nuove forme quali il Poema Sinfonico (composizione per orchestra che illustra poesie, racconti, immagini) e il Balletto si affermano.

Importanti compositori furono:
- Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 – Vienna, 1827);
- Robert Schumann (Zwickau, Germania, 1810 – Bonn, 1856);
- Fryderyck Chopin (Polonia, 1810 – Parigi, 1849);
- Gioacchino Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868);
- Giuseppe Verdi (Busseto, Parma, 1813 – Milano, 1901);
- Piotr Ilich Ciaikovski (Russia, 1840 – 1893);
Antonín Dvořák (Nelahozeves, vicino a Praga, 1841 – Praga, 1904);
- Johann Strauss, figlio (Vienna 1825 – 1899);
- Claude Debussy (Francia, 1862 – 1918).
La tecnica compositiva esplora tutte le risorse del sistema tonale utilizzando in particolare la modulazione (cambiamento di tonalità) e la dissonanza (uso simultaneo di note vicine, es. do-re).


Musica Moderna (1900-1950)
Non è facile definire quello che è accaduto nell’ambito musicale, sia nella prima che nella seconda metà del sec. XX (vedi anche musica contemporanea).
Possiamo sintetizzare in tre termini ciò che la prima metà del ‘900 ha prodotto a livello musicale:
- musica tonale (basata sulla tonalità);
- musica atonale (esplora nuove possibilità espressive che abbandonano il linguaggio tonale);
- musica dodecafonica (i sette suoni della musica tonale diventano ora dodici e tutti con la stessa importanza).

Questa convivenza parallela di stili compositivi e quindi espressivi, è unica nell’evoluzione della Musica Classica e probabilmente rispecchia le difficoltà e i tentativi di interpretare e vivere il presente.
Un presente colmato da due guerre mondiali, dal procedere inesorabile del progresso scientifico e tecnologico, dalla lotta delle classi sociali più deboli per affermare i propri diritti, dal progressivo diffondersi dei mezzi di comunicazione.

Ricordiamo di seguito alcuni compositori e qualche loro composizione:
- Arnold Schönberg (Vienna, 1874 – Los angeles, 1951) "Pierrot Lunaire" (1912), "A Survivor from Warshaw" (1947);
- Maurice Ravel (Ciboue, Francia, 1875 – Parigi, 1937) "Boléro" (1928), "Concerto pour la main gauche" (1929);
- Igor Stravinsky (Oranienbaum, Russia, 1882 – New York, 1971) "Le sacre du printemps" ossia "Il rito della primavera" (1913).

Non ci sono forme musicali che caratterizzano questo periodo, ogni compositore ricerca costantemente un linguaggio nuovo e sempre più espressivo. In questo contesto inseriamo anche le esperienze musicali del movimento futurista italiano.




Musica Jazz

Genere musicale sorto negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento.
Elementi fondamentali del jazz sono l'improvvisazione e il ritmo, le partiture scritte, non sempre esistenti, fungono più che altro da guida e forniscono la struttura in cui inserire l'improvvisazione.

Il Principio base del jazz consiste nel sovrapporre al giro di accordi (armonia) di una canzone un numero infinito di melodie. Il musicista improvvisa nuove melodie che rispondono a quel giro armonico, il quale viene riproposto ad ogni intervento di un nuovo solista.

Il jazz affonda le sue radici nel patrimonio tradizionale della musica afroamericana, ma sono presenti elementi provenienti da molte culture. In particolare la musica suonata dalle bande musicali di italiani che erano emigrati negli U.S.A. contribuisce in modo notevole allo sviluppo dei temi melodici del jazz. Non a caso il primo disco jazz (Tiger Rag) fu inciso dall'Italoamericano Nick La Rocca (link Wikipedia).
Nel 1800 gli U.S.A. non avevano una tradizione musicale e la musica più ascoltata e suonata era la musica operistica italiana, musicalmente gli Stati Uniti erano una colonia italiana.

La strumentazione tipica del primo jazz ha come nucleo una sezione ritmica costituita da pianoforte, contrabbasso, batteria e banjo; su questa base ritmica si appoggia una grande varietà di strumenti melodici: da quelli più jazzisticamente consolidati, come il clarinetto, il sassofono e la tromba, a quelli solo sporadicamente presenti, come il violino o il flauto. Tuttavia, nessun mezzo sonoro è escluso a priori nel jazz, che nella sua storia ha visto utilizzare strumenti come la fisarmonica o le launeddas sarde.

Non potremo parlare di jazz senza ricordare il Ragtime, gli Spirituals e il Blues che contribuirono largamente alla nascita del jazz.
Il Ragtime si sviluppò verso la fine del XIX secolo. Era un genere pianistico che riassumeva le due culture del jazz: quella europea affidata alla mano sinistra (ritmo regolare da marcia) e quella africana affidata alla mano destra (ritmi sincopati, cioè con accenti spostati e irregolari).

In origine, il jazz era suonato da piccole bande (band) o da pianisti. Il repertorio, oltre al ragtime e alle marce, comprendeva anche gli spirituals (canto religioso) e il blues (canto che esprimeva la sofferenza).


I periodi del jazz (dai primi anni del 1900 ai giorni nostri)

Dixieland
La città dove nacque il jazz fu New Orleans, in Louisiana. I primi dischi di jazz risalgono al 1917 e si devono a un'orchestra bianca di New Orleans, The Original Dixieland Jazz Band, che ebbe un successo immediato non solo negli Stati Uniti ma anche all'estero; tale fu la sua popolarità che il termine dixieland finì per indicare lo stile di New Orleans. Un importante esponente di questo stile fu il pianista e compositore Jelly Roll Morton. Il maggior musicista formatosi a New Orleans fu Louis Armstrong.

Swing
Le "big band", formazioni che divennero popolarissime negli anni Trenta e all'inizio dei Quaranta si caratterizzavano per il ritmo swing. Lo sviluppo della "big band" nel jazz fu dovuto soprattutto a Duke Ellington (link Wikipedia)
Altri strumentisti che con il loro suono determinarono l'evoluzione del jazz degli anni Trenta furono il trombettista Roy Eldridge, il chitarrista Charlie Christian, il batterista Kenny Clarke e il vibrafonista Lionel Hampton. Il canto, in questo decennio, si fece più flessibile e stilizzato: grandi interpreti del periodo furono Ella Fitzgerald e Billie Holiday.

Bepop
Il musicista che negli anni Quaranta dominò e influenzò il panorama jazzistico fu il sassofonista Charlie Parker (link Wikipedia), capofila di un nuovo stile denominato bebop.
- Durante il secondo conflitto mondiale, tuttavia, l'economia dello stato di guerra aveva determinato un mutamento dei gusti e un drastico ridimensionamento delle big band. Molte grandi orchestre si sciolsero, seguendo un declino direttamente proporzionale all'ascesa del bebop: il mondo del jazz subì una rivoluzione radicale.
- Con l'avvento del bebop, del "vecchio" jazz rimase solo il principio dell'improvvisazione su un giro di accordi. Tutto il resto mutò. I tempi si fecero più veloci, le frasi più lunghe e più elaborate; la gamma emotiva si arricchì di tonalità molto più aspre. I musicisti iniziarono ad acquisire una maggiore coscienza della loro professione artistica e a opporsi all'idea che la loro musica non fosse altro che un prodotto commerciale di intrattenimento leggero.
- Su tutti spiccava il genio di Parker, in grado con il suo sassofono di eseguire ogni brano, in qualsiasi tempo e tonalità. Egli si circondò di un gruppo di talenti eccezionali, come il trombettista Dizzy Gillespie. Grande rinomanza ebbe anche il pianista e compositore Thelonious Monk.

Cool jazz
Negli anni '50 del secolo scorso con Miles Davis (link Wikipedia), un giovane trombettista allievo di Charlie Parker, nacque il cool jazz.

Hard bop
Altri autori svilupparono ulteriormente la tradizione del più acceso e trascinante bebop: l'hard bop. Tra i maggiori esponenti dell'hard bop vi sono il trombettista Clifford Brown, il batterista Art Blakey e, soprattutto, il sax tenore Sonny Rollins (link Wikipedia).

Free jazz
Negli anni Sessanta e Settanta: parliamo di free jazz. Questa corrente è stilisticamente basata su una grande libertà improvvisativa rispetto alla struttura delle sequenze armoniche. Tra i principali protagonisti di questo stile si ricordano John Coltrane e Chick Corea.
Alla fine degli anni Sessanta, il jazz conobbe un periodo di profonda crisi. Il pubblico dei più giovani preferiva la musica rock. I musicisti capirono che per riconquistare l'attenzione del pubblico dovevano prendere ispirazione dalla musica leggera. In questo stesso periodo il pianista Keith Jarrett raggiunse il successo commerciale pur rifiutando gli strumenti elettronici e gli stili popolari.

I nostri giorni
Alla metà degli anni Ottanta, si è assistito a un rinnovato interesse per il jazz. Anche se il jazz rimane un prodotto essenzialmente statunitense, il suo pubblico internazionale ha fatto sì che si formassero musicisti e scuole molto interessanti anche al di fuori degli Stati Uniti: in questo senso particolarmente significative sono state le esperienze del pianista francese Michel Petrucciani e quella della scuola scandinava, dalla quale sono usciti raffinati musicisti come il sassofonista norvegese Jan Garbarek o il chitarrista David Torn. Anche i musicisti italiani come Paolo Fresu (tromba) e Stefano Bollani (pianoforte) sono molto apprezzati dal pubblico.
In questi anni, lo sviluppo del jazz in Europa è stato reso possibile grazie anche a manifestazioni come il festival jazz di Montreux, in Svizzera, e soprattutto Umbria Jazz, una delle più importanti manifestazioni dedicate al jazz a livello mondiale.


Verifica la tua preparazione: 
- Cruciverba Musica Jazz





Musica da Film

 Cinepresa a manovella, per pellicole 35mm
L'associazione del fatto sonoro allo spettacolo cinematografico risale ai tempi del cinema muto con i fratelli Auguste e Louis Lumière verso la fine del 1800.
Nelle sale cinematografiche erano infatti presenti un'orchestrina o un pianoforte che accompagnavano le proiezioni.

Già in quegli anni vennero commissionate musiche per film a compositori celebri quali Camille Saint-Saëns, Ildebrando Pizzetti, Pietro Mascagni, Darius Milhaud, ma dobbiamo arrivare agli anni '30 del secolo scorso per avere i primi film con il sonoro.

Il sonoro costringe registi e attori a reinventare il cinema in quanto la parola diventava ora possibile, ma l’approccio alla parola non fu facile.

 Luci della città
Lo stesso Charlie Chaplin nel suo "City Lights" del 1931 utilizzò una colonna sonora sincronizzata (la musica era cioè incisa su un disco che veniva fatto partire assieme alla pellicola) costituita esclusivamente dall'accompagnamento musicale. Chaplin sosteneva infatti che il cinema non avesse alcun rapporto con il teatro e che fossero solo il gesto e la musica gli unici elementi che dovevano essere utilizzati.
Da quegli anni a oggi molte cose sono cambiate…

Comporre musica per un film non è come comporre musica per un concerto:
- in un film la musica è subordinata alle scene,
- i temi musicali non possono essere sviluppati,
- i tempi della musica devono coincidere con i tempi del film,
- raramente quindi la musica da film può essere trasferita in sede concertistica senza sostanziali rielaborazioni.

Vi sono due modi per realizzare le colonne sonore di un film.
1. Nel primo modo il regista incarica un compositore di comporre musiche originali.
Es. Il regista Sergio Leone incarica Ennio Morricone di comporre le musiche per il film "C'era una volta il west".

2. Nel secondo modo il regista sceglie delle musiche già precedentemente composte.
Es. Il regista Stanley Kubrick sceglie per il suo film "2001: Odissea nello spazio" brani musicali composti da György Ligeti, da Johann Strauss (figlio), Richard Strauss.

Affermati compositori che hanno lavorato per il cinema sono: Goffredo Petrassi, Aaron Copland, Leonard Bernstein, Nino Rota, John Williams e Ennio Morricone.