Una canzone popolare del Veneto, la storia di gente povera costretta ad emigrare e a costruire una nuova vita partendo da niente ma i poveri si aiutano e costruiscono paesi e città.
Una storia di ieri, una storia di oggi.
Il testo:
nella Merica ghe semo arrivati,
ma nella Merica ghe semo arrivati,
non abbiam trovato nè paglia nè fien.
E Merica Merica merica cossa sarala sta Merica,
Merica Merica Merica in Merica voglio andar.
Abbiam dormito sul nudo terreno,
come le bestie che va a riposar,
e la Merica l'è lunga e l'è larga circondata da fiumi e montagne,
e con l'aiuto dei nostri italiani abbiam formato paesi e città.
Una canzone, la storia di gente povera costretta ad emigrare e a costruire una nuova vita partendo da niente ma i poveri si aiutano e costruiscono paesi e città. Una storia di ieri, una storia di oggi.
Ascolto:
"Merica Merica" cantata dal "Coro Monte Pasubio" di Schio
Dal Veneto al Brasile ma la canzone è sempre la stessa
Un'altra versione di "Merica Merica"
Lo sviluppo della rivoluzione industriale e la trasformazione capitalistica dell’economia, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, provocano in tutta Europa movimenti migratori di massa.
L’emigrazione italiana conserva tra le sue mete principali alcuni Paesi europei confinanti o più vicini quali la Francia e la Germania. Qui, per motivi di economicità del viaggio, si recano soprattutto i numerosi emigranti temporanei del Nord Italia (Liguri, Piemontesi,Lombardi, Veneti e Friulani).
In cento anni escono dai confini nazionali 27 milioni di persone, grosso modo l’ammontare della popolazione italiana all’epoca dell’unificazione, nel 1861.
Il primato quantitativo tocca costantemente all’esodo cosiddetto europeo, ma vi sono momenti specie tra la fine dell’Ottocento e la grande guerra, in cui si fanno molto consistenti le correnti dirette nelle Americhe.
Di qui nasceranno molte comunità etniche, negli USA, in Brasile, in Argentina, ecc., destinate a costituire, ancora oggi, la parte più consistente della presenza italiana nel mondo.
L'America (in particolare gli Stati Uniti) diventa dopo il 1896, la meta delle correnti migratorie meridionali.
Tra le due guerre le correnti migratorie continuano a vedere ai vertici al Nord, regioni come il Piemonte, la Lombardia e il Veneto e al Sud la Campania, la Calabria e la Sicilia.
Con l’eccezione vistosa del Veneto, ancora in testa alle graduatorie di espatrio, il flusso migratorio ritorna ad essere in larga prevalenza meridionale dall’ultimo dopoguerra fino agli anni sessanta.
Facciamo qualche ricerca:
Probabilmente anche tu potresti avere dei lontani parenti in Brasile partiti più di cento anni fa.
Su questo sito www.emigrazioneveneta.com lo potrai scoprire.
Con l’eccezione vistosa del Veneto, ancora in testa alle graduatorie di espatrio, il flusso migratorio ritorna ad essere in larga prevalenza meridionale dall’ultimo dopoguerra fino agli anni sessanta.
L'emigrazione degli italiani e dei veneti in cifre
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(fonte: Ministero degli Esteri)
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Italia
|
Veneto
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1861-1940
|
25.000.000
| |
1876-1915
|
15.000.000
|
1.822.793
|
1915-1942
|
4.700.000
|
497.579
|
1945-1974
|
7.300.000
|
611.438
|
Fra il 1861 e il 1974 le regioni a maggiore emigrazione, risultano essere state: | |||||
Veneto
|
Campania
|
Sicilia
|
Lombardia
|
Friuli
|
Calabria
|
3.300.000
|
2.700.000
|
2.500.000
|
2.300.000
|
2.000.000
|
1.900.000
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"Su i Monti" - documentario Brasiliano sull'emigrazione veneta
Se vogliamo sentire parlare il dialetto Veneto che si parlava un secolo fa
andiamo in Brasile da nonna Adele
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